L'Ufficio circondariale marittimo di Golfo Aranci ha aperto un'indagine sulla morte di un delfino, ritrovato ieri sulla spiaggia scuoiato e fatto a pezzi sulla riva dei baracconi di Cala Moresca, a Golfo Aranci. Il cucciolo, conosciuto col nome di "Goccia" potrebbe esser morto tra sabato e domenica, forse impigliato nelle reti di un peschereccio. Dall'esame eseguito questa mattina dai veterinari dell'Area Marina Protetta sarebbero evidenti graffi causate dalle reti. Ora la carcassa del cucciolo di delfino, che è stata svuotata di tutta la sua parte commestibile, è stata spostata e verrà sottoposta ad ulteriori accertamenti per individuare eventuali responsabili. "Goccia" faceva parte di un gruppo di cetacei che da anni vive nelle acque fra Capo Figari e l'isola di Figarolo, era uno delle attrazioni dei turisti che, soprattutto nel periodo estivo, effettuano escursioni in mare, proprio alla loro ricerca. I responsabili, qualora venissero individuati, potrebbero incorrere in pene molto severe per il reato di "cattura e detenzione di specie animale protetta". Una denuncia contro ignoti è in arrivo da parte della Protezione animali, che ha già attivato il proprio ufficio legale sul caso del delfino. "Un fatto gravissimo e inaccettabile, un gesto di una violenza così efferata da far gelare il sangue" commenta Emanuele Deiana, consigliere nazionale dell'Enpa, che lancia l'allarme sulle conseguenze per la salute umana del consumo di carne di delfino perché "tossica". La Protezione animali ritiene che le operazioni di sezionamento praticate sul delfino, al quale sono state asportate le parti commestibili, debbano fare ricondurre il fatto al mercato nero del musciame, cioè il traffico illecito della carne di delfino essiccata, che già in passato, dopo un servizio tv trasmesso dalle "Iene", era stato oggetto di una denuncia depositata dall'Enpa presso la Procura della Repubblica di Civitavecchia (Roma). "Trattandosi di una specie particolarmente protetta dalla Cites, nonché dalle normative italiane, i delfini non possono in alcun modo essere pescati, uccisi, commercializzati e destinati al consumo alimentare - spiega il direttore scientifico dell'Enpa, Ilaria Ferri -. Anche perché gli esemplari presentano un alto rischio di contaminazione da sostanze xenobiotiche e parassiti, altamente pericolosi per la salute umana. La questione, dunque, chiama in causa aspetti di natura non soltanto penale, ma anche sanitaria". Per questo l'Enpa rinnova l'appello alle autorità competenti affinché vengano intensificati i controlli per prevenire e reprimere il commercio illegale di carne di delfino, che alimenta un mercato nero. "Appelli che - conclude Deiana - l'Enpa ha più volte lanciato nei mesi passati, ma che ad oggi sembrano essere rimasti inascoltati".