S'intitola Sea-level rise due to polar ice-sheet mass loss during past warm periods (Aumento del livello dei mari dovuto alla perdita di massa ghiacciata durante gli ultimi periodi [geologici] caldi): è una ricerca che, sulla base dell'immensa quantità di dati resi disponibili dalla scienza della Terra nel corso degli ultimi decenni sull'evoluzione del nostro pianeta, correla il processo di innalzamento del livello dei mari con lo stato delle masse ghiacciate della Groenlandia e dell'Antartide. Quello attuale non è certo il primo periodo, nella storia della Terra, a distinguersi per le temperature sempre crescenti e per l'aumento della concentrazione dell'anidride carbonica nell'atmosfera. La differenza - rispetto al passato remoto - sta nelle cause del fenomeno: stavolta siamo stati noi umani a provocarlo; e in brevissimo tempo. Molto spesso, quando s'immagina il futuro della crosta terrestre, l'innalzamento del livello dei mari è "spalmato" sull'intera superficie del pianeta. Ora la dottoressa Andrea Dutton (dell'Università della Florida), che ha guidato la ricerca, spiega che l'evoluzione morfologica e le caratteristiche attuali delle coste e dei fondali oceanici, (nonché la poca chiarezza sulla composizione chimica dei mari antichi), non permettono di proiettare nel futuro i rilievi relativi, per esempio, a tre milioni di anni fa, nel Pliocene, l'era geologica più simile a quella a noi contemporanea circa la concentrazione di CO2 in atmosfera (circa 400 parti per milione). Si sa che, nel Pliocene, i mari erano circa 6 metri più alti di adesso; e che le calotte polari erano estremamente più ridotte. Ora, poiché il clima attuale si sta riscaldando tanto da avvicinare i livelli di tre milioni di anni fa, si può prevedere che anche le riserve di ghiaccio marine e continentali si riducano proporzionalmente. I modelli fin qui individuati conducono a una conclusione ovvia: anche se non sappiamo bene quando avverrà, il livello dei mari tornerà (più o meno) ai livelli del Pliocene. Tutto dipende dalal resistenza del ghiaccio attuale. Per essere più precisi occorrerà tradurre tutti i dati raccolti a livello del mare in un modello previsionale solido, capace di integrare i modelli geofisici che, a loro volta, andranno verificati attraverso un sempre più preciso campionamento spaziale e temporale lungo le coste. Nonostante i contraddittori e spesso non sinceri sforzi delle diplomazie e dei governi per contenere l'aumento della temperatura globale, sembra ormai chiaro che non scamperemo all'innalzamento del livello dei mari. Non è ancora certo quando, né è possibile prevedere con esattezza l'intensità né la distribuzione del fenomeno. Però è chiaro che, se i nostri pronipoti vorranno vedere Venezia, sarà bene che imparino a nuotare sott'acqua...